Melilla è un crocevia, luogo tanto piccolo quanto irraggiungibile. Adesso ancora di più.

Quelle che separano l’enclave spagnola dal resto dell’Africa sono 2 barriere che in alcuni punti arrivano a 6 metri di altezza. Numerose telecamere a circuito chiuso e uomini che la difendono, sono gli agenti della guardia civil da una parte e quelli delle forze ausiliari marocchine dall’altra. Controllano, sorvegliano. Ma non solo.

Oggi, le lame taglienti difendono l’enclave.  L’Enclave di Melilla è protetta, sorvegliata. A circondarla, una doppia frontiera di 6 metri di altezza, oggi guarnita dalle discusse “cuchillas”. Le lame taglienti non sono un’invenzione delle politiche europee di controllo degli ultimi mesi, vengono reinserite, a distanza di qualche anno, nonostante le pressioni della società civile spagnola. L’obiettivo è impedire il passaggio dei migranti.

Secondo i dati del Ministero degli Interni spagnolo sono stati circa 3000 i migranti che hanno cercato di scalare la recinzione di confine tra il primo gennaio e il 17 settembre 2013.

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